Il vescovo scopre le eccellenze di Orio

Cittadino, 31 ottobre 2017

Monsignor Malvestiti ieri era ospite alla Zeller Plastik e al Caseificio Zucchelli

Nell’incontro l’invito ad assicurare un lavoro dignitoso, che concili sempre <<profitto e rispetto della persona>>.

Se c’è un <<lavoro che vogliamo e uno che non vogliamo, perché mortifica la dignità delle persone>>, appartiene alla prima categoria quello incontrato ieri dal vescovo Maurizio nella sua visita pastorale alle aziende di Orio Litta: la Zeller Plastik Italia e il Caseificio Zucchelli, esempi di come la passione dei titolari è trasmessa alle maestranze dando vita ad un “patto sociale” che è la formula del loro successo. <<Sono qui sull’insegnamento di Papa Francesco, che raccomanda la “Chiesa in uscita” – ha detto Monsignor Malvestiti, accompagnato dal parroco don Piergiorgio Gazzola -. Non voglio mancare di salutare i lavoratori, i giovani e le loro famiglie>>.

Poi, citando la 48sima “Settimana Sociale” dei cattolici italiani che si è chiusa domenica a Cagliari, alla quale il vescovo ha preso parte nelle due prime giornate per poi proseguire l’impegno nella Basse, ha ribadito l’importanza di assicurare un lavoro dignitoso, che concili <<profitto e rispetto della persona>>.

Un pensiero condiviso dal direttore generale della Zeller Plastik Luca Signorini, rammaricato per la piega disumanizzante che le relazioni lavorative vanno assumendo: <<È sempre peggio, non c’è più rapporto umano, tutto avviene via internet, senza vedersi e incontrarsi – ha spiegato l’imprenditore -. E non c’è più rispetto reciproco>>.

Una fotografia amara alla quale il vescovo Maurizio ha opposto l’esortazione a non piegarsi, a fare la propria parte perché non prevalgano le logiche utilitaristiche. Proprio al volto umano della produzione, agli operai intenti alle macchine nell’impianto produttivo, il vescovo Maurizio ha rivolto la sua attenzione, nel giro in azienda con Signorini e il direttore di stabilimento Egidio Griffini.

Con in sottofondo il crepitio dei tappi in plastica, per shampoo, creme, prodotti alimentari e non, dei più grandi marchi venduti in negozi e supermercati, il direttore generale ha aggiunto: <<Lavoriamo su tre turni a ciclo continuo. Abbiamo una quarantina di lavoratori e per noi sono tutti “primi”>>. La stessa filosofia che anima Ambrogio Abbà, con la moglie Cesarina e i figli Alessandro e Alberto alla guida dello storico Caseificio Zucchelli. La loro è una tradizione che affonda le sue radici nei secoli ed è erede dell’<<operosità dei frati Gerolamini – ha sottolineato il patron facendo da cicerone al vescovo all’interno del caseificio -. Siamo sempre qui, a Natale come a Capodanno, il menalatte arriva tutte le mattine alle3.30 e questi ragazzi (i casari, ndr) si alzano presto ogni giorno perché hanno passione>>. Un amore per la terra e il lavoro “che vogliamo” che si tramanda tra generazioni e che la piccola Sofia, la figlioletta di Alberto e Chiara benedetta dal vescovo pochi mesi dopo la nascita, erediterà. Le famiglie e i giovani sono il nostro domani: il lavoro “umano e umanizzante” è per loro.

Laura Gozzini